sabato, dicembre 31, 2005

tempura!!!

Imparate a friggere in tempura!
In realtà è molto semplice : preparate una pastella fluida ma densa, non liquida, con farina e acqua gassata o birra GHIACCIATA (è importante che il liquido sia freddo). Mi raccomando aggiungete l'acqua poco a poco alla farina impastando e poi mescolando con una frusta, non viceversa, altrimenti si formano grumi!

L'olio deve essere abbondante e caldo-ma-non-troppo : diciamo poco sotto al punto di fumo, però lasciando cadere una goccia di pastella questa deve gonfiarsi e salire subito a galla sfrigolando.

Olio troppo caldo=pastella bruciata e contenuto crudo.
Olio troppo freddo=pastella molle e unta.
Olio giusto=pastella croccante, leggera e dorata in pochi minuti, contenuto cotto a puntino.

Potete friggere un po' tutto, l'importante è evitare pezzi troppo grossi e soprattutto evitare di friggere troppa roba tutta insieme, altrimenti l'olio si raffredda e il fritto diventa pesante. Io adoro il persico e i broccoli.
Meglio friggere poco alla volta, mi raccomando servire subito quello che è stato appena fritto su carta assorbente con un po' di sale. Ragion per cui a meno di non avere pentole enormi e quintali d'olio è meglio friggere per poche persone.

Meglio accompagnare con una salsa fresca e acidula (l'acidità sgrassa!), io la mia la faccio frullando un'arancia, cinque o sei pomodorini, due cucchiai di succo di limone, due di aceto balsamico, due cucchiaini di senape bella forte, quella che sale nel naso con effetto wasabi (meglio se francese, la senape). Poi passo tutto al setaccio e la metto in una ciotola.

Fantastica quando siete a casa soli, avete fame e bisogno di distrazione: il fritto in tempura vi terrà occupati per una piacevole oretta e vi ricompenserà con la sua inconfondibile e impalpabile croccantezza.

venerdì, dicembre 30, 2005

sesso

forse il sesso con lei mi piaceva tanto perchè raccontava cose altrimenti nascoste. Piacere fisico unito ad un senso di vuoto languido e disperato.

Che voglio?

Riflessioni su una citazione.

Voglio salire la Signal e, in cima, trovare un volto amato. Oppure volgere lo sguardo alla pianura e sapere dove quel volto aspetta il mio ritorno.

Oppure tornare da Bleau e ritrovarlo, un volto, in un appartamento parigino. Chissà magari quello che mi aveva incantato nei corridoi della galleria d'arte moderna, o uno non troppo dissimile.

Fare l'amore vicino al fuoco in una casa di pietra abbastanza isolata, su per le sponde della Val Leventina o della Val Maggia. O forse in Bregaglia, con una finestra che guarda il gruppo della Sciora.

Magari coltivare un po' d'erba per curare piccoli dolori.

sogno e bugia

Ora che non ti posso più avere posso dirlo cosa ho sognato in un minuto chino su un banco.
Non fumavamo ridanciani, no.

Ci chinavamo come iene su un piccolo specchio, e aspiravamo con avidità, violenza, rabbia, voglia di consumarci. Cosa che non rientra propriamente nelle mia abitudini, e nemmeno nelle tue credo.

Evidentemente il buio, il dolore, l'assenza che si possono vedere dentro te anche quando vorresti dissimulare sono sì affascinanti come una perla nera, ma sono anche tremendamente pericolosi.

lunedì, dicembre 26, 2005

insonnia

A volte i casi della vita hanno un che di teatrale, forse impropriamente si potrebbe dire tragico.
Ci sono delle premonizioni.

Ti avevo preso per regalo una “piantina grassa” con un bel vasetto. Lo stavo esaminando, ed è caduta, in mille pezzi. Sconvolto sono andato a prenderne un’altra: oggi ha spontaneamente perso alcune delle sue foglie carnose.

E poi il famoso deja-vu del tornante, mentre fotografavo. La sensazione che qualcosa stesse scivolando via, che avessi già visto tutto.

Ricordarsi che qualcuno si era lasciato il giorno di natale ma non sapere chi.

Altre premonizioni sono ben più prosaiche...tipo comprare una confezione di preservativi una volta che sai bene che non serviranno. Dicono tutti che porti sfiga. Oppure iniziare a masturbarsi in modo compulsivo, come se fosse una droga o una medicina da prendere sempre alla stessa ora, mentre fino a pochi giorni prima capitava meno spesso e in modo spontaneo, gioioso.

Oppure uscire da casa tua e trovarmi davanti alla scelta tra tornare a casa, passare a salutare gli “amici” oppure una vecchia amica, di cui sarò sempre un poco, probabilmente solo platonicamente innamorato, in quanto lo sono stato da bambino. E scegliere, così a istinto, di passare al circolino a farmi due risate con lei, che la conosco da una vita, che si era usciti in compagnia per una estate tanti anni dopo l’ultima volta che ci si era visti; lei che quando ci si è ormai persi e dimenticati puntualmente ci s’incontra in treno o in palestra o chissà dove e ci viene di nuovo voglia di raccontarci le nostre vite parallele.

E poi le coincidenze di data: a parte la mezzanotte, o giù di lì, del giorno di natale in sè...tre mesi quasi esatti da quando ci siamo baciati e sono finito nel tuo letto la prima volta.

E’ quasi agghiacciante notare tutte queste cose e mi chiedo se non sia Io ad architettare tutto questo. Io distruggo inconsapevolmente ciò che ho consapevolmente costruito, e gioco a lanciarmi dei segnali, degli avvertimenti. Oppure non sono io bensì il destino: non Io bensì dIo.

La vita non solo è teatrale, è fondamentalmente ambigua. Fino a che punto sono responsabile di ciò che mi succede attorno? E se sono “responsabile”: ho scelto le mie azioni oppure esse erano inevitabilmente determinate dalla mia natura?

E poi come giudicare le proprie azioni e intenzioni? Se non ci vedo del tutto chiaro, o ci vedo al contrario troppo chiaro, o forse mi sto abbagliando ma insomma qualcosa della persona con cui esco o con cui sto non mi convince, devo fare come una certa altra amica? Lei fa in fretta: si distrae con qualcun altro, a volte solo nel pensiero a volte no, e prima o poi il motivo delle sue preoccupazioni, dei suoi dubbi o delle sue gelosie passa da sè, e sta di nuovo bene col suo Bello. E’ un comportamento disonesto verso l’altro e verso sè stessi oppure è legittima difesa?

Vedendo la Madda ha avuto senso che affrettarmi a far capire con una frase un po’ indiretta che in modo un po’ obliquo mi sentivo comunque impegnato?
E al tavolo con lei mi sono davvero sentito un poco colpevole nel cogliere una possibile intesa, niente più, nello sguardo di una sua amica mai vista prima, che sembrava così divertita dal vocabolario insolito e dagli stupidi artifici che sfoggiavo al vecchio gioco di trovare nomi di città, persone, oggetti, animali e altro tutti con la stessa iniziale? O era forse falsa coscienza, cattiva coscienza, la coscienza di uno che in tante situazioni non sa dire se ancora giudica il bene e il male come gli è stato insegnato anzichè come sente?

E al contrario, stare bene, in fin dei conti, con te, poter dire con certezza che basta un tuo gesto per darmi la serenità per ore, forse giorni. Poter dire spesso una volta fatto l’amore con te nei giorni successivi si può tranquillamente vivere di ricordi, chiudere gli occhi e pensare alla tua pelle e ricavarne in qualche modo un appagamento emotivo, tutto il contrario di certi sessi frettolosi e costituiti di semplice consumo che vorresti solo continuare a farlo fino a farti male, a svenire, a sanguinare, a stordirti.
Poter dire queste cose con certezza parlando in confidenza alla mia compagna di stanza, e al tempo stesso dirle che però mi capita di pensare a un’altra, che sembra avere quello che ti manca, che farmi star bene forse non può, perchè la sua enorme voglia di indipendenza e libertà la urla al mondo, però sa farmi divertire a prescindere: potrei pensare senza troppa fantasia di andarci a ballare o alle stesse feste o agli stessi concerti e ubriacaci e fumare e divertirci come pazzi assieme, abbiamo qualcosa da condividere.
Ecco essermi trovato così sospeso tra una realtà e una fantasia ugualmente forti e aver deciso di tenermi la realtà, è stata onestà o squallido quieto vivere, ignavia?

lunedì, dicembre 19, 2005

la madre di tutti i problemi

Dove tutto inizia e tutto finisce...l'eterna ricerca di Senso.


Mi chiedo: a parte quelli che credono sinceramente in qualcosa, chessò in Gesù Cristo che toglie i peccati, nella droga, in Berlusconi, nel Cayenne...gli altri, la gente comune...ma che cazzo hanno la sfera di cristallo o se ne fregano tutti? E se se ne fregano, lo fanno per stupidità, perchè non si sono nemmeno lontanamente accorti del Problema o al contrario ci hanno riflettuto e hanno scoperto il modo di fregarsene e andare avanti tranquilli?


Mio padre, ad esempio. Cinquantadue anni, status sociale perfettamente borghese, nè più nè meno, i negozi, la faccia da ragazzino, il tennis, mai visto andare a messa...Cristo, mai colta la minima esitazione!!! Mai una volta che sia sembrato sull'orlo di mandare tutti a fare in culo. Mai che abbia lasciato intendere o sospettare un eccesso, un'uscita dalle righe, una pisciata fuori dal vaso. Un'amante, una puttana, alcol o droga, un accenno di sorda disperazione, una crisi mistica checcazzo.
O, al contrario, un'interesse culturale, politico, sociale. Un qualche tentativo di nobilitarsi, di elevarsi sopra la massa dei pari, di essere un'avanguardia solitaria o al contrario un leader.
E d'altronde forse saranno molto pudìci entrambi, ma di rado mi è sembrato di vedere lui e mia madre ancora esageratamente entusiasti e affettuosi dopo anni insieme, non gli concedo troppo a buon mercato la scusa dell'Amore.
Quanto a me, sono già grandicello, e poi sembra che non si interessato oltre misura...come andrò andrò, basta che non crei troppi grattacapi, questo è il messaggio.
Eppure sembrerebbe procedere dritto per la sua traiettoria come una massa che fluttua nel vuoto, lontana da possibili fonti di gravità.


Ecco io non riesco a immaginarmi così. Saranno furori giovanili, ma se ci penso penso anche che un giorno finirei per spappolarmi una tempia.
D'altronde non vedo nemmeno una strada facile per sottrarmi ad un analogo destino.
Con la Professione non la vedo rosea. Non si sa mai, però... L'arte??? Mi sembra di essere fuori tempo massimo, e poi quale??? Il sociale? Ma da quando mai mi è importato qualcosa? Per la fede dovrei prima spappolarmi il cervello a furia di droga, psicofarmaci, elettroshock e forse lobotomia, nel tentativo di recuperare la candida ingenuità di quando la mia età non faceva ancora doppia cifra. Mi inginocchiavo sul pavimento, quando non c'era posto sulle panche.
Per amanti e puttane non escludo che forse un giorno...ma devo cambiare, ora come ora sono incapace di tradire. E passi per le puttane, ma un'amante è tale solo se c'è una moglie cornificata. Quanto alla violenza gratuita sono inibito, un po' perchè sono violento solo se motivato, un po' perchè quando lo sono non mi va di adottare mezze misure, e ho paura di esagerare e di fare realmente del male fisico a qualcuno...
Droga...mmm non mi vedo andare oltre le canne...allucinogeni al limite, ma giusto una volta ogni tanto...bah, canne e un poco di alcol...nulla di realmente trasgressivo.

Spero ancora con ingenuità nell'amore, in una (uno? mmm...non mi ci vedo gay. Un corpo maschile non riesce ad eccitarmi) che un bel giorno si abbandoni e mi dica sinceramente che ha bisogno di me, in senso totale. Forse se non trovo Senso in me stesso lo troverò nell'essere richiesto da qualcun altro, e potrei pure ricambiare...

Chissà come andrà...

sabato, dicembre 10, 2005

MA CRISTO!!!

Quando imparerò a prendere le cose meno sul serio?
Quando smetterò di combinare cazzate perchè ho preso le cose troppo sul serio?
Quando smetterò di prendere troppo sul serio le possibili conseguenze delle cazzate combinate perché ho preso le cose troppo sul serio?

Mi serve un corso di menefreghismo e imperturbabilità. Non posso farmi travolgere emotivamente dalla minima cazzata.

venerdì, dicembre 09, 2005

banalità

La tastiera del mio pc è nera. Essendo il mio pc un portatile, manca di tastierino numerico, fatto che continua a rubarmi un'imprecazione ogni volta che apro excel. Per scrivere uso principalmente gli indici e il medio di entrambe le mani, più il pollice destro per la barra spaziatrice e il mignolo della stessa mano per lo shift.
In origine i tasti avevano una finitura satinata ancora ben presente sui più periferici. Le lettere invece, assieme alla barra spaziatrice, hanno sviluppato delle aree lucide e vagamente untuose.
Dall'usura si deduce che il tasto più usato devrebbe essere la barra spaziatrice stessa, limitandosi alle lettere invece si direbbe la "e". Al contrario x, q e y sono ancora quasi nuove.

Pigiare dolcemente i polpastrelli umidi sui tasti lisci e unti è una senzazione piacevole. Specie quando si sta ascoltando musica, e si può cercare di tenere il tempo......non è nemmeno tanto necessario scrivere qualcosa di sensato , basta basta seguare ila tenpampoajhaskjdckjhkjhdjc kdjd olkojsjcfujdjf llllllkdljsvfkljdvlksjdlk huihhehehehehe kndndkjd owoaha owoah woahwpqjhowhaowhaoiwhaowhaowhaowhaowhaohwoahwoa fkjshvlk wwooooooooow!!!!

(John Coltrane, "But not for me")

giovedì, dicembre 08, 2005

presenze

c'è un signore che si mette all'angolo delle stanze dove sono. Che mi segue da una certa distanza quando cammino per strada. Che mi aspetta alla macchina quando esco.
Se ne sta lì, alto, distinto, magro, con la sua bombetta. Lo si direbbe un cinquantenne d'altri tempi, mica uno di quei cinquantenni di oggi col pantalone arancio piuttosto che verde e la macchina con qualche cavallo in più.
Se ne sta lì, senza muovere un dito, e mi guarda col suo sorriso beffardo. Beffardo e mefistofelico. Come volesse dire : "Fai proprio ridere, giovane uomo. Fate ridere tutti, ma in particolare tu, che mi vedi a differenza della maggior parte degli altri, fai ridere. Schiumi di rabbia, lo so...non ti è mai piaciuto che altri ridessero di te. Solo tu ne hai il diritto. Coraggio, cosa aspetti? Butta via l'uomo, tieni l'animale. Colpiscimi, combatti, uccidimi, bevi il mio sangue, mangia le mie carni..."

E io lo so che questo bastardo mi affascina ma lo devo ignorare...almeno fino a quando non riuscirò a correre così veloce da fare il giro del'universo e coglierlo alle spalle.

pelle


Tutto è inutile, gratuito, insensato...?

Sì, può essere. E allora mi abbandono ai sensi, o al loro ricordo.

Basta chiudere gli occhi.

Pelle rosea, morbida, giovane, calda, dolciastra.

E' come un fluido caldo e oleoso che mi scivola dentro il corpo.

E all'improvviso Tutto e il suo significato hanno meno importanza.

lunedì, dicembre 05, 2005

scrivere


Scrivere, scrivere qualunque cosa, qualsiasi cazzata, un pensiero, un aneddoto, una fantasia, un sogno.
Mi piace, mi fa bene, perchè posso rileggermi ed essere sicuro di aver detto proprio ciò che volevo dire. Perchè ho il controllo totale sulle mie parole, eppure se voglio posso essere molto più onesto e fedele a me stesso che tramite la mia bocca, con buona pace della teoria del lapsus freudiano.
Ieri sera ho scritto, ho scritto di un'avvenimento apparentemente insignificante, io e pato che ci eravamo persi nel bosco cercando una falesia, eppure scrivendo mi sono guardato dentro e ho visto con chiarezza cosa c'era dietro a quel perdersi, ho visto la voglia di perdermi che avevo, perdermi e poi ritrovare la strada. E poi la voglia di andare là dove i sentieri più segnalati non ti portano, in luoghi solitari ed isolati, dove puoi stare certo di esserci arrivato solo tu e pochi altri esseri umani, e godere di quel brivido, il brivido del possesso, possedere un po' il bosco perchè lo si conosce, e poi magari insinuarsici e divenirne parte, esserne organici quanto i rovi e le spine che ti graffiano le carni lasciando cicatrici che resteranno più a lungo di quanto si sarebbe creduto, anche due, tre settimane, magari un mese.

E mi accade così anche con le persone, almeno con alcune di esse, magari non voglio possederle materialmente e controllarle, questo no, questo mai.
Voglio qualcosa di più sottile, addentrarmi nei meandri della loro mente addormentata, furtivamente, quando la loro coscienza non può difenderne i segreti, quando tutto quello che può fermarmi sono i cespugli troppo fitti per essere districati e le spine troppo affilate per non fare male, o i deserti troppo vasti e ampi e privi di oasi ristoratrici.
E quando la guardia beduina si sveglierà dal suo sonno e vedendomi in lontananza raggiungerà una strettoia, un punto dal quale non si può non passare, e se ne metterà a sorveglianza, allora raggiuntala la fisserò fino alle ultime terminazioni del nervo ottico, poi rivolgendomi alle dune del grande erg alle sue spalle finalmente dirò, ricordando una certa canzone :




"Posso avere il tuo deserto?"




E un giorno una guardia più flessibile delle altre mi condurrà dalla sua regina, poichè il re è morto, mi offriranno il té e mi daranno una tunica blu, una spada, un fucile, e infine sedurrò la regina e io stesso mi farò re, re della carovana, re delle sabbie e delle rocce, re del grande silenzio, del vuoto, della estrema lontananza, del giorno e della notte, e mai più sentirò nostalgia del posto da cui ero partito.